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ISSN: 2283-303X

Francesco Dell'Orso: un ricordo tra professione e amicizia

in Bibliografie, biblioteche e gestione dell'informazione: un omaggio a Francesco Dell'Orso


di Alessandra Lucianer (in linea da: 17 maggio 2017)

Da qualche giorno si è conclusa Biblioè, la festa delle biblioteche trentine. L'edizione 2017 è stata dedicata ai 40 anni di istituzione del Catalogo Bibliografico Trentino (CBT): una bella occasione per incontrare alcuni protagonisti di allora, rileggere vecchie relazioni, togliere qualche ricordo dal cassetto.

Tra i vari appuntamenti in programma ho partecipato con piacere all'incontro con Luisa Pedrini, negli anni Ottanta del secolo scorso vera promotrice, insieme con un gruppo di lungimiranti pionieri, del Sistema bibliotecario trentino e della decisione di avviare la costruzione di un catalogo unico, partecipato e automatizzato di tutte le biblioteche della provincia. Ho condiviso con lei, ormai in pensione da qualche anno, il ricordo di Francesco e insieme il dolore per la sua prematura scomparsa. Ne abbiamo ricordato la competenza, il rigore, la professionalità, la solida preparazione, che gli consentivano di precorrere i tempi e di vedere lontano. Il sentimento di gratitudine che Luisa aveva ben espresso nella sua relazione al convegno di Perugia nel 1991 è riemerso vivo. Al convegno Luisa aveva spiegato come la provincia di Trento fosse giunta alla scelta del Dobis/Libis per l'automazione delle biblioteche, la stessa scelta compiuta, prima realtà italiana, dall'Università di Perugia.

In quella fase di avvio, i colleghi dell'Ufficio automazione biblioteche dell'Università di Perugia erano stati "unico e prezioso punto di riferimento e termine di confronto" per il gruppo di lavoro trentino e Luisa non aveva dimenticato a nome dei "bibliotecari trentini che hanno conosciuto ed apprezzato la serietà e la competenza di Francesco Dell'Orso e di Maria Pia Toni, di approfittare di questa speciale occasione per esprimere pubblicamente il loro riconoscente apprezzamento." [1]

Avevo incontrato Francesco per la prima volta un paio di anni prima, durante un corso di formazione per bibliotecari sulla catalogazione dei periodici in Dobis/Libis, da lui tenuto a Trento. Per me, neo assunta all'Istituto agrario di San Michele all'Adige, dove ero giunta dopo un biennio di collaborazione con l'Istituto di agronomia della mia università, si stava aprendo un mondo.

Allora non immaginavo le tante ragioni che mi avrebbero poi legata, anche personalmente, a Francesco, in quel momento conosciuto e apprezzato come docente. Anche grazie a lui mi appassionai al mondo dei documenti e delle biblioteche di ricerca, che non utilizzavo più da studente o da aspirante ricercatrice, ma che ero chiamata ad organizzare per fornire risorse e servizi adeguati alle esigenze di un Istituto di istruzione e di ricerca in rapida espansione. Quello che doveva essere un impegno temporaneo, divenne un po' alla volta il mio lavoro. Mi formai come bibliotecaria attraverso corsi, abilitazioni, incontri e letture, ritrovando poi Francesco; inizialmente solo attraverso i suoi scritti, dapprima su catalogazione e cataloghi, e poi, per molti anni, nei sui documentatissimi contributi sui bibliography formatting software.

L'analisi appassionata e minuziosa fatta da Odile nel suo contributo "Da non addetta ai lavori, aficionada" (2017) ha restituito Francesco con una incredibile freschezza: il suo linguaggio accurato, ricercato, preciso, mai banale, che sapeva anche essere pungente, ironico, leggero. Lo stesso stile che avrebbe poi usato negli scambi di mail che cominciarono a intrecciarsi tra S. Michele e Perugia quando, nel 1995, l'Istituto italiano della mela, che allora aveva sede a S. Michele, gli affidò una consulenza per l'impostazione del nuovo centro di documentazione e dell'archivio bibliografico, che poi la nostra biblioteca avrebbe gestito per qualche anno. Successivamente gli chiesi aiuto per scegliere un gestionale per le bibliografie dei ricercatori. La scelta cadde su ProCite, uno dei prodotti più robusti e potenti, flessibile e versatile sia per l'utilizzo da parte dei ricercatori, sia per alcune applicazioni bibliotecarie. Lo adottammo, e Francesco venne a S. Michele per un corso di formazione ai nostri ricercatori e per supportarmi nella conversione di alcuni database locali al nuovo software.

Ho imparato moltissimo da lui. Superato il senso di timore che la sua competenza poteva incutere frequentandolo solo "a distanza", imparai ad apprezzare e gustare la sua cordialità e generosità. Era sempre disponibile per un consiglio, per la ricerca di una soluzione alle questioni che gli sottoponevo, senza badare al tempo impiegato, anche oltre le previsioni. Scherzava sul suo cognome che, diceva lui, ben rappresentava il suo modo di essere; la cosa non mi turbava, lo rassicuravo: una famiglia trentino-friulana era completamente a proprio agio nel trattare con gli "orsi"!

Quando era in Trentino, era un piacere averlo a casa da noi insieme con Odile. Aveva conosciuto i nostri figli, si interessava di ciascuno di loro, dei loro progressi a scuola o nello studio di uno strumento musicale, passione che condivideva ricordando i suoi trascorsi di oboista; gli sarebbe piaciuto riprendere a suonare e per un po' ci aveva provato. Abbiamo parlato tanto anche di Sardegna, la terra dove era nato, che come famiglia stavamo scoprendo e imparando ad amare proprio in quegli anni di vacanze estive nuove per noi, di viaggi nelle zone meno note e frequentate, nelle aree dell'interno, di nuraghi e di paesini da esplorare; e lui era generoso di suggerimenti, di narrazioni e notizie. Negli ultimi anni ci sentivamo anche per aggiornarci sulla salute dei nostri anziani genitori, mio padre e la sua mamma, entrambi nati nel 1923, entrambi caratteri forti e impegnativi, da accompagnare e sostenere ogni anno di più, mancati poi a pochi mesi di distanza una dall'altro.

In una delle sue visite mi donò alcuni libri di suo padre agronomo, tra cui una copia del volume "Ecologia vegetale" di Paolo Principi (1955); Francesco sapeva che l'ecologia era stato uno dei miei argomenti di studio preferiti. Aggiunse alcuni vecchissimi fogli manoscritti, una lunga bibliografia redatta con una grafia d'altri tempi: "in onore delle tante citazioni manipolate negli anni" mi disse, e delle molte che ancora avrei dovuto trattare per l'aggiornamento del nuovo archivio istituzionale della Fondazione Mach. Era il suo modo riservato e affettuoso di farmi gli auguri per questa nuova impresa. Grazie di tutto, Francesco.


[1] Un decennio di automazione bibliotecaria con il Dobis/Libis esperienze, confronti, prospettive: atti del convegno, Perugia 27-28 maggio 1991, a cura di llde Davoli. Modena, 1993: p. 119.

 
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