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ISSN: 2283-303X

OPAC di nuova generazione

Il confronto con il Web


Tesi di laurea specialistica in archivistica e biblioteconomia discussa all'Università Ca' Foscari di Venezia il 29 giugno 2010. Relatore Riccardo Ridi, correlatore Mario Infelise.
di Lucia Tronchin (in linea da luglio 2010) 

Introduzione

OPAC è l’acronimo di Online Public Access Catalog creato per designare i cataloghi elettronici delle biblioteche. Questi strumenti hanno avuto nel corso della loro storia ormai trentennale il destino di essere, nell’opinione di quelli che maggiormente li usano, bibliotecari e utenti delle biblioteche, alternativamente “nella polvere” e “sull’altare”. Nati in America negli anni 70 del Novecento sono stati all’inizio un sottoprodotto dei processi di automazione delle procedure gestionali all’interno di grandi e ben dotate istituzioni, poco apprezzati nella loro funzione di recupero dei documenti, usati principalmente dai bibliotecari e solo occasionalmente messi a disposizione del pubblico che normalmente continuava a servirsi dei cataloghi cartacei per le difficoltà rappresentate da interfacce poco amichevoli e metodi di interrogazione complessi. Solo nel corso degli anni ’80 lo sviluppo delle tecnologie dei minicomputer ha consentito la loro diffusione nelle biblioteche di più piccole dimensioni e li ha resi un comune strumento di accesso ai cataloghi anche per gli utenti. L’introduzione nei software delle tecniche di information retrieval, che hanno consentito più articolate interrogazioni del catalogo, associata ai miglioramenti nel disegno delle interfacce, ha fatto sì che gli opac diventassero nei primi anni ‘90 estremamente graditi agli utenti. Di diverso avviso i bibliotecari che, pur consapevoli delle migliori funzionalità di recupero e della facilità d’uso delle nuove interfacce a menù e in seguito di quelle grafiche, evidenziavano i limiti di uno strumento che non aveva saputo restituire pienamente la rete di relazioni rappresentate nei cataloghi cartacei e, specie nella ricerca per soggetti, non aveva trovato il modo di sfruttare pienamente la tecnologia per sviluppare modalità innovative di esplorazione dei dati catalografici.

La nascita della rete internet ha consentito agli opac di acquistare visibilità al di fuori delle mura delle biblioteche e raggiungere una platea più vasta facilitando la vita degli utenti nel consentire loro di fare ricerche sulle risorse documentarie delle biblioteche da casa o dal loro posto di lavoro e nel limitare la necessità di recarsi in biblioteca al solo recupero fisico del documento. Nello stesso tempo, specie con l’avvento del World Wide Web, la rete è diventata il metro di misura con cui gli utenti valutano gli opac. Le tecniche di ricerca dei search engine, gli stili di presentazione delle informazioni dei siti commerciali, i modi di creazione e condivisione di contenuti tipiche dei social network hanno modificato le abitudini degli utenti e retrocesso gli opac a strumenti che poco corrispondono alle loro aspettative, alle loro abitudini di ricerca e utilizzo dei documenti e delle informazioni. La grande disponibilità di risorse provenienti da innumerevoli fonti ha creato inoltre un ambiente informativo diverso dal passato, nel quale le biblioteche rappresentano solo una piccola parte di tutto ciò che è disponibile, e una parte poco appetibile se consideriamo che la maggior parte delle biblioteche è in grado di mostrare sul Web solo metadati mentre non riesce ancora, se non in modo limitato, a fornire l’accesso diretto ai documenti siano testi, immagini, registrazioni sonore o visive. Gli opac di nuova generazione devono rispondere a questi cambiamenti se vogliono continuare a mantenere una certa rilevanza per gli utenti. Per farlo hanno adottato molte delle caratteristiche dei sistemi oggi diffusi sul Web: presentano interfacce di ricerca semplici, costituite da una sola casella in cui si immettono parole chiave; mostrano i risultati ordinati secondo criteri di relevance ranking; organizzano il set di risposta in insiemi che evidenziano particolari caratteristiche dei documenti favorendo il processo di selezione delle risorse; adottano visualizzazioni grafiche di parole significative che consentono la navigazione del catalogo. Cercano inoltre di arricchire i dati bibliografici presentando copertine, indici, abstract, recensioni dei documenti e consentono agli utenti di interagire col catalogo attribuendo i propri tag o lasciando commenti e suggerimenti, favorendo il crearsi di comunità di utenti intorno alle biblioteche. Uno sforzo ancora maggiore per mantenere la centralità del catalogo elettronico quale punto di accesso a molteplici risorse è fatto da quelle biblioteche che consentono attraverso l’opac l’utilizzo di banche dati e altre risorse digitali selezionate dalla biblioteca a favore dei propri utenti.

Tutto questo non sembra ancora essere sufficiente a garantire un posto stabile per i cataloghi elettronici delle biblioteche nell’attuale panorama informativo, complesso e in rapida evoluzione. Gli opac di nuova generazione cominciano ad essere adottati in diverse biblioteche ma non costituiscono ancora lo standard per tutte; alcune caratteristiche, come quelle legate al concetto di socialità sono state adottate in modo superficiale; nuovi dispositivi come gli I-Phone e gli E-Book, e tutti quelli che verranno, pongono nuove sfide tecnologiche ma soprattutto rilanciano le problematiche legate all’identità e al ruolo degli opac, a come le informazioni bibliografiche, e tutte le altre, vengono cercate e distribuite nel contesto informativo attuale. Il cambiamento sostanziale che gli opac sembrano dover affrontare è trasformarsi da database di record bibliografici “stand-alone” a insiemi di dati interconnessi che possano interagire con altre risorse nel World Wide Web, integrati nel normale flusso di lavoro delle persone. Questa visione è ancora vaga e non è possibile dire dove questi cambiamenti porteranno ma è un fatto che le grandi istituzioni bibliotecarie si stanno preparando per questo futuro: l’idea di essere parte integrante e non separata di questo universo interconnesso è stata recepita e il processo di riorganizzazione dei dati è avviato.

| © ESB Forum | a cura di Riccardo Ridi |