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ISSN: 2283-303X

Biblioteche e Web: nuovi strumenti e nuovi modelli di accesso all'informazione: resoconto


Resoconto del Seminario Biblioteche e Web: nuovi strumenti e nuovi modelli di accesso all'informazione, Pisa, Biblioteca della Scuola Normale Superiore, 2 novembre 1999
di Paola Raffaelli (in linea da novembre 1999)

Il seminario "Biblioteche e web: nuovi strumenti e nuovi modelli di accesso all'informazione" si è tenuto nel pomeriggio del 2 novembre 1999 presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.

Gli interventi hanno affrontato sia riflessioni generali sul tema in oggetto (Di Majo, Mazzitelli, Ridi, Giampietro), sia esperienze pratiche di realizzazioni web effettuate presso la biblioteca della Scuola Normale Superiore (Manzi, Martellini).

Nel suo intervento introduttivo, Sandra Di Majo ha presentato il seminario come momento di riflessione su obiettivi, funzioni, contenuti, stile di un sito web. Le motivazioni che spingono la biblioteca a dotarsi di un proprio sito si possono individuare nella necessità di "esercitare un ruolo di intermediazione fra biblioteca e utenti", ruolo già svolto prima dell'introduzione delle nuove tecnologie, ma che esse possono facilitare e favorire. Il sito web può essere visto come una grande sala di consultazione, su cui certamente influisce il concetto che ciascuno ha di reference. Infatti tali siti, da strumento di informazione di base, si sono sempre più arricchiti, con link a cataloghi in linea o a basi dati locali e remote. Certamente si nota negli utenti il desiderio di lavorare su questi strumenti senza intermediari e quindi l'esigenza di avere a disposizione interfacce sempre più facilmente comprensibili ed utilizzabili. Da questa osservazione devono scaturire motivi di riflessione riguardo al problema della standardizzazione dei siti, ma anche al ruolo della figura dell' information broker, figura necessaria negli anni '80 per la complessità dei sistemi di recupero dell'informazione, oggi invece per certi aspetti superata. Ormai al bibliotecario si richiede di essere sempre più selezionatore di risorse, magari operando in interazione con gli specialisti della materia.

Infine Sandra Di Majo ha introdotto le relazioni successive, evidenziandone gli aspetti più interessanti: fra essi, il tema sopra accennato, il rapporto fra sito web e catalogo e fra catalogo e bibliografia, i problemi che insorgono nell'elaborazione del sito web, attività che ormai va inserita fra quelle proprie della biblioteca.

L'intervento di Gabriele Mazzitelli "Dal web in biblioteca alla biblioteca nel web" ha inteso apportare interessanti riflessioni sul vasto tema del rapporto rete-biblioteca , affrontando entrambi gli aspetti della ormai classica definizione "il web nella biblioteca, la biblioteca nel web". Il relatore, che si pone su una posizione di "entusiasmo temperato", ha osservato che oggi quasi tutte le biblioteche hanno realizzato un proprio sito, tanto che avere un indirizzo IP sembra essere sinonimo di esistere. Nella realizzazione di un tale strumento è preferibile optare per una gestione in proprio del sito, senza essere necessariamente webmaster, si tratta di continuare a fare il proprio lavoro: favorire l'accesso alle informazioni. Una particolare attenzione va data alla correttezza filologica del sito (data aggiornamento, link controllati periodicamente, ecc.). Il web della biblioteca è uno strumento potente, perché spezza la barriere spazio-temporale, ma richiede un nuovo impegno da parte dallo staff della biblioteca.

Le riflessioni di Mazzitelli hanno affrontato anche il problema del rapporto fra la biblioteca e il nuovo spazio che la circonda. In esso la biblioteca deve trovare una propria identità: a tal fine è necessario definire con chiarezza il proprio compito istituzionale, ripensando anche in modo critico all'idea classica di catalogo (messa in crisi dalle risorse elettroniche), all'interazione utente/biblioteca, al servizio di reference. La diffusione di Internet comporterà certamente un miglioramento degli standard dei servizi offerti. Il progetto e l'aggiornamento del web della biblioteca richiede "lavoro, intelligenza, risorse umane, e un'interazione continua con l'utenza istituzionale, con un occhio rivolto anche al resto del mondo".

Nell'intervento successivo "Dal virtuale al reale: applicazione del metodo AIB-WEB al sito della biblioteca SNS" Riccardo Ridi è entrato nel dettaglio, in modo talvolta anche tecnico, della redazione di siti web di biblioteche, con particolare riferimento alla realizzazione del sito della biblioteca SNS <http://biblio.sns.it>. Per tale realizzazione è stato preso a modello il sito AIB-WEB <http://www.aib.it>, che si propone quale esempio metodologico di "web da bibliotecari"; nel progetto editoriale AIB-WEB 1997 si legge infatti che uno dei suoi obiettivi è quello di "costituire un esempio di accurata metodologia documentaria nella gestione di un sito di ambito bibliotecario, che possa costituire un valido esempio per l'intera comunità professionale. La documentazione del lavoro svolto dalla redazione AIB e dei metodi elaborati per il suo svolgimento e organizzazione fa parte integrante di tale obiettivo, che può essere raggiunto anche tramite pubblicazioni cartacee o elettroniche e seminari interni o aperti al pubblico". Insomma, sito AIB-WEB quale sito per bibliotecari, di bibliotecari, da bibliotecari.

Ridi ha inteso presentare alcuni esempi di come questo metodo/canone può ed è stato applicato nella gestione di una singola biblioteca.

Il modello si concretizza nelle seguenti parole-chiave, che sono state applicate in modo più spinto nel sito AIB-WEB, meno in quello SNS:

  1. accessibilità
  2. archiviazione
  3. indicizzazione
  4. non duplicazione
  5. lavoro di gruppo
  6. feedback
1) E' necessario creare pagine che siano il più possibile utilizzabili, visualizzabili dal più ampio numero di utenti; bisogna tener presenti i problemi che possono creare a certi utenti l'uso dei colori per veicolare un significato, scritte in movimento o lampeggianti, ecc.

Inoltre cosa ovvia, ma spesso dimenticata in certi siti, sono le informazioni di base sulla biblioteca: spesso, per es., manca il numero di telefono. L'effetto finale poi risente ancora in molti casi della "sindrome da frontespizio": il modello di base è il libro a stampa. Per la stessa sindrome a volte si danno per scontati i legami fra le varie pagine web, che invece non sono rilegate assieme come quelle di un libro (può capitare che la pagina di una biblioteca comunale non riporti anche la località, perché si da per scontato che ci si arrivi dal link della homepage del comune). In ogni pagina servono gli elementi minimi di contestualizzazione.

2) Il problema della conservazione dovrebbe essere sentito in particolare dai bibliotecari; in realtà si rischia di creare i nuovi secoli bui: molti enti non hanno un sistema di archiviazione delle vecchie pagine web. IN AIB-WEB viene archiviato ogni minimo cambiamento, in SNS l'operazione è fatta un po' meno frequentemente. Comunque ciascuno dovrebbe trovare una giusta via di mezzo. In AIB-WEB viene utilizzato un rename di archiviazione che aggiunge la data al nome del file (del tipo: nomefile.htm da salvare come nomefile-991102.htm).

3) Per ottenere che il documento web sia poi raggiunto dall'utenza, un grosso aiuto viene da una preindicizzazione nella sezione head del source: da lì i dati, infatti, possono essere utilizzati nel migliore dei modi dai motori di ricerca.

4) La raccomandazione alla non duplicazione nasce dal fatto che c'è il rischio reale di ripetere in molti la compilazione di uno stesso repertorio (per es. elenco degli OPAC italiani); se invece esiste già un buon repertorio che soddisfi le nostre esigenze, la cosa più giusta è creare un link ad esso, magari commentandolo, magari collaborando con i compilatori; certamente in questo modo di operare risiede l'unica speranza di limitare la confusione nel web. Nel sito biblioteca SNS ci sono in linea di massima link a repertori già esistenti, mentre per altre risorse (ad esempio Filosofia) si è ritenuto opportuno una compilazione propria.

5) Il web dovrebbe essere sempre un lavoro di gruppo: in tal modo ci può essere anche un adeguamento più stretto agli standard; è anche utile segnare i commenti che ciascuno fa "dietro le quinte" magari con la sigla che individui la persona intervenuta.

6 )Su questo punto il sito SNS è un po' debole: non si segnala l'arrivo di molti mail dagli utenti istituzionali, piuttosto da quelli esterni. Lo strumento delle statistiche, spesso utilizzato per il conteggio degli accessi alla pagina, potrebbe venire più proficuamente utilizzato se indicasse anche l'uso che della pagina è stato fatto: si è andati avanti dopo la homepage e dove; da dove provengono gli utenti e indagini del genere.

Infine Ridi ha illustrato un interessante strumento di indagine per valutare la popolarità ed autorevolezza di un sito: alcuni motori di ricerca permettono di effettuare una ricerca che ottenga risultati analoghi agli indici di citazione (tipo il Citation Index dell'ISI): cioè dato un sito, si possono recuperano i siti che hanno attivato un link ad esso.

Nell'intervento successivo "Filosofia in rete: un esempio di integrazione fra la collezione `reale' e la collezione `virtuale' sul web della biblioteca SNS" Stefania Manzi ha illustrato il progetto di realizzazione di una pagina web dedicata alla filosofia, che sfruttasse le potenzialità del web stesso per raccogliere ed integrare fra di loro conoscenze e risorse di tipo tradizionale e di tipo nuovo.

Tale lavoro rientra nel progetto di sviluppo del web in senso specialistico, portato avanti dalla biblioteca con il fine di utilizzare la rete per raccogliere e diffondere informazioni su particolari discipline. Finora sono state realizzate due sezioni, una dedicata alla filosofia <http://biblio.sns.it/filosofia.htm> e l'altra (specializzata per la professione bibliotecaria) alla catalogazione <http://biblio.sns.it/lis2.htm>. Entrambe sono state progettate nel rispetto dei principi generali del sito della biblioteca, già esistente, in modo che vi potessero essere armonicamente integrate.

La scelta delle risorse Internet per la filosofia, limitata per adesso entro quelle disponibili ad accesso gratuito, è stata guidata da criteri di stabilità, autorevolezza della fonte e di interesse locale; sono stati debitamente presi in considerazione anche il livello di leggibilità dei documenti e il livello del loro aggiornamento.

Per ora le varie risorse sono presentate con un brevissimo commento che ne evidenzia le caratteristiche principali, espresso in modo non formalizzato; in futuro si potrebbe pensare ad una revisione in tal senso. Come pure potrebbe rientrare in una revisione futura la descrizione delle risorse fatta secondo il linguaggio standardizzato ISBD(ER).

Per creare concretamente il raccordo fra i due livelli informativi, virtuale e reale, dalla pagina <http://biblio.sns.it/filosofia.htm> è possibile accedere a quella che espone le principali caratteristiche della collezione di filosofia della biblioteca <http://biblio.sns.it/c06.htm>. In essa si evidenzia il materiale non librario di interesse specifico; inoltre vi sono collegamenti con la pagina dei periodici di filosofia (estratti dal catalogo) <http://biblio.sns.it/p06.htm>; con quella delle opere relative alla sezione di consultazione generale <http://biblio.sns.it/a06.htm> e con quella contenente lo schema di classificazione della filosofia adottato dalla biblioteca <http://biblio.sns.it/cla100.htm>. Naturalmente le parti che presentano dati estratti dal catalogo non possono essere aggiornate come il catalogo stesso: di ciò si dà notizia all'utente, oltre ad offrire un raccordo con le pagine del catalogo e quelle riguardanti le nuove accessioni.

Infine la relatrice si è soffermata in modo critico sulle scelte effettuate, offrendo le motivazioni che le hanno determinate come spunto di riflessione collettiva. Innanzitutto la scelta di escludere, per il momento, dal catalogo le risorse ad accesso remoto: si è preferito continuare a riservare al catalogo la documentazione su ciò di cui la biblioteca garantisce il "possesso" più che soltanto l' "accesso". Inoltre l'opportunità di offrire una selezione di risorse, quando magari ciascun utente ha già nel proprio bookmark una personale selezione di risorse: ma forse qualcuno può decidere di inserirvi anche questa pagina dedicata alla filosofia, beneficiando del fatto che per essa viene curato un aggiornamento periodico. Infine il feedback del quale i bibliotecari stessi possono beneficiare: in generale, rendere di "pubblico dominio" le proprie risorse, e più in particolare una sezione della propria collezione, è un modo per rendere più evidenti i servizi offerti, un ulteriore strumento di analisi, quindi, che consente di far emergere, e correggere, eventuali mancanze o incongruenze.

Nella relazione dal significativo titolo "Ritorno al futuro: i periodici elettronici dal web al catalogo della Scuola Normale Superiore", Enrico Martellini inizia illustrando l'attuale gestione dei periodici elettronici. Essi sono stati introdotti nella biblioteca dal 1995. Dai pochi titoli iniziali, il loro numero è gradualmente aumentato, fino ad arrivare ai circa 130 titoli attualmente attivati. La soluzione iniziale per informare l'utenza del nuovo servizio fu di stampare opuscoli informativi. Dal 1997, con la creazione del web della biblioteca SNS, si è pensato di dedicare una pagina ad essi.

I titoli comprendono solo i periodici elettronici accessibili dal dominio della Scuola in seguito alla sottoscrizione della licenza d'uso ed al pagamento di una qualche forma di abbonamento; sono esclusi dunque i periodici ad accesso gratuito, come pure quelli che offrono solo TOC ed abstracts.

Tale scelta, non semplice e non esente da continui ripensamenti, è stata dettata in parte da motivi pratici per l'obiettiva impossibilità (anche in termine di risorse umane) di offrire all'utente gli e-journals disponibili relativi a tutte le discipline di competenza della biblioteca (letteratura, linguistica, filosofia, filologia, antichistica, biblioteconomia, storia, storia dell'arte, matematica e fisica), data anche la crescente disponibilità di questo tipo di risorse; tale soluzione potrebbe essere operativa in una biblioteca specializzata in un solo settore disciplinare.

Tuttavia il motivo dell'esclusione non è solo pratico, ma deriva anche da riflessioni sull'analogia fra la funzione che la pagina web svolge nei confronti dei periodici elettronici per i quali la biblioteca paga una sottoscrizione e quella svolta dal catalogo per le pubblicazioni di tipo tradizionale. Il catalogo non è una bibliografia: esso segnala non già tutti i possibili documenti che potrebbero soddisfare una ricerca, ma solo quelli posseduti dalla biblioteca. Se si ritiene dunque che la pagina web svolga lo stesso ruolo del catalogo, essa dovrà contenere solo i periodici elettronici ad accesso limitato; se invece si ritiene che debba svolgere un ruolo di integrazione del catalogo, allora i "periodici specifici della biblioteca devono trovare posto nel catalogo stesso, lasciando eventualmente al web il compito di informare su quelli ad accesso libero".

Illustrata dunque la situazione attuale e i motivi che l'hanno determinata, il relatore si è soffermato sulla conoscenza, uso e gradimento degli e-journals da parte dell'utenza.

Le riflessioni che Martellini ha avuto modo di elaborare, nel corso della sua esperienza in questo campo, lo portano a riconoscere che questa gestione può essere valida per una collezione di 130 titoli, ma non lo sarà certamente più per una collezione più cospicua, quale diverrà probabilmente anche quella della biblioteca SNS se deciderà di puntare su questo tipo di materiale (e per certe discipline la scelta sarà obbligata). I motivi di tale inadeguatezza sono individuati nei seguenti punti: insufficienza del find del browser quale unico strumento di interrogazione, mancanza di descrizione catalografica, mancanza di indicizzazione autore-titolo, mancanza di apparato sindetico in grado di creare legami fra le varie registrazioni.

Il relatore arriva così alla conclusione che il forte aumento del numero dei periodici determinerà un "ritorno al futuro": essi cioè dovranno essere inseriti nel catalogo quale "strumento principe dell'informazione in biblioteca". In realtà il motivo dell'attuale esclusione dal catalogo risiede nella loro natura di risorse elettroniche ad accesso remoto; infatti i CD ROM, anch'essi risorsa elettronica , ma ad accesso locale, sono regolarmente inseriti in catalogo. La nuova versione di Aleph renderà più semplice questa scelta, perché permetterà di inserire all'interno del record catalografico un link alla risorsa catalogata. Naturalmente le scelte future dovranno tenere conto anche dei nuovi servizi che le agenzie commissionarie offrono e che si fanno sempre più specifici ed attenti alle esigenze delle singole biblioteche.

Le conclusioni di Raffaele Giampietro hanno evidenziato l'utilità dell'incontro, nell'auspicio che esperienze come quelle illustrate si generalizzino il più possibile all'interno della biblioteca SNS. La scelta del nuovo è infatti ormai irrinunciabile, anche se indubbiamente gli strumenti tradizionali conservano ancora la loro validità. Molti problemi posti oggi, ricordano esperienze di altra cultura: ad esempio la homepage modificata e riscritta fa pensare alla pergamena raschiata per essere di nuovo utilizzata quale supporto della scrittura. Al tempo stesso, l'interazione dialettica della "filosofia" del web con la biblioteca tradizionale comporta l'assunzione consapevole di rinnovate prospettive categoriali, essendosi realizzata una sorta di effetto "spiazzamento", si potrebbe dire, omologo a quello provocato, ad esempio, dalle geometrie "non euclidee": la biblioteca tradizionale, cioè, rispetto a quella virtuale è una interpretazione reale - tuttora valida come lo spazio euclideo, eppure insufficiente - degli spazi virtuali, in cui navigano l'informazione ed i processi comunicativi.

Le conseguenze sull'utenza e sull'organizzazione dei servizi sono in permanente evoluzione e sperimentazione: di qui anche l'esigenza, profondamente sentita dagli operatori come dagli utenti, di una formazione ricorrente così come di una educazione rinnovata all'approccio alle fonti ed ai documenti.

Fin qui i relatori. Ma proprio le riflessioni di Giampietro portano a osservare che ripetutamente nel corso del seminario si è riproposto il `nuovo' come metafora del `vecchio': sito web/sala di consultazione; selezione delle risorse elettroniche/selezione del materiale tradizione negli acquisti; homepage modificata e riscritta/palinsesto; standardizzazione dei siti/norme di catalogazione. In questi ed altri accostamenti sembra ripetersi la necessità di trovare punti di riferimento, per evitare di perdersi nel mare delle novità, cercando la tranquillizzante conferma che gli atteggiamenti di fondo nel lavoro del bibliotecario alle prese con le nuove tecnologie rimangono immutati. Del resto ciò è innegabile.

In realtà il vero leitmotiv del pomeriggio, emerso in modo trasversale da tutti gli interventi, sono i cambiamenti, anzi il cambiamento. Infatti al di là delle innovazioni che l'introduzione del web comporta, il vero cambiamento risiede nel balzo in avanti, in termini di qualità, che il nostro lavoro può avere, come sempre accade quando si è costretti a ripensare, a valutare criticamente le motivazioni delle nostre scelte. E l'uso delle nuove tecnologie, i relatori ce lo hanno confermato, costringe indubbiamente a tali ripensamenti. In sostanza le singole relazioni offrono ben più di quanto promettono dal loro titolo: al di là delle esperienze concrete di lavoro - e partendo proprio da esse - arrivano ad abbracciare problemi di fondo sul ruolo generale delle biblioteche e dei bibliotecari.

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