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ISSN: 2283-303X

Une amitié singulière

in Bibliografie, biblioteche e gestione dell'informazione: un omaggio a Francesco Dell'Orso


di Christophe Guibert, con una traduzione in italiano di Odile Martinez Dell'Orso (in linea da: 17 maggio 2017)

Abstract

L'autore rammenta gli scambi intercorsi con Francesco Dell'Orso, inizialmente sul piano professionale, intorno a WebIdeaTree©, il programma di gestione dati da lui sviluppato, ma evoca anche con affetto e rimpianto la nascita di un'autentica amicizia a distanza, sulla base di scambi molto più personali. Sottolinea il contributo fondamentale di Francesco, sia per la traduzione italiana, sia per l'implementazione del programma in funzione di esigenze più avanzate in materia di classificazione.


Nous avons, Francesco et moi, développé au fil des ans une amitié singulière fondée sur des échanges épistolaires, sans jamais nous être rencontrés en personne. Une amitié, reflet de nos personnalités discrètes, à la fois d'un autre temps et de notre époque, construite sur des e-mails bien réfléchis, aux réponses parfois aussi longues que tardives.

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Une courte présentation du contexte est nécessaire. Ingénieur de métier, je contribue à la définition et à la conception de systèmes à la fois automatisés et humains. En parallèle et sur le temps «libre», j'ai développé depuis 2000 un logiciel (WIT) d'agrégation et d'organisation d'informations permettant de construire des connaissances partageables et publiables sous la forme de sites web ou de présentations non linéaires.

Ce logiciel a très vite attiré l'attention de Francesco, car - la suite l'a montré - il réside à l'intersection de nos deux univers, de nos intérêts professionnels et aussi de nos préoccupations personnelles sur l'information, la connaissance, les taxonomies et leur organisation.

Je suis très reconnaissant à Francesco pour son soutien constant, ses questions toujours pertinentes et pointues (même quand il me demandait d'excuser sa «naïveté» alors que c'était le logiciel qui s'avérait complexe ou défectueux), pour ses nombreuses suggestions, presque toujours adoptées, et encore plus pour l'importante traduction du logiciel qu'il avait faite en italien en 2003 et qu'il a eu par la suite à cœur de toujours améliorer ou mettre à jour.

WIT lui doit ainsi quelques-unes de ses fonctionnalités les plus originales comme les index basés sur les classifications par facettes, les vocabulaires contrôlés (dans le glossaire et les index), ou un module de gestion bibliographique beaucoup plus sérieux que celui initialement imaginé, car tenant compte des formats académiques. Ces notions, visiblement centrales en bibliothéconomie, m'ont beaucoup apporté dans la discipline d'ingénierie système, tout particulièrement les classifications par facettes.

C'était là je crois le point de rencontre entre nos deux métiers si différents en apparence: d'un côté l'organisation de l'accès à la connaissance dans une bibliothèque, l'automatisation du catalogage ou de la gestion bibliographique, de l'autre, une approche d'ingénierie dans la modélisation de systèmes complexes dotés de multiples facettes et appréhendés sous des points de vues subjectifs mais parfois inconciliables.

Ces échanges se sont poursuivis tout au long de ces années, et Francesco, qui avait eu la gentillesse d'écrire et de publier un long article sur WIT dans la revue Biblioteche Oggi (été 2005), l'avait adopté comme outil de travail et en suivait attentivement toutes les évolutions.

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Au fil des ans et en parallèle de cette correspondance plutôt technique, nous nous sommes découvert de nombreux points communs qui nous ont enrichis mutuellement, tant sur le plan professionnel (déjà évoqué) que personnel:

  • des lectures échangées et abondamment discutées;

  • une passion partagée à divers titres pour les livres en tant qu'objets physiques, dans les rapports entretenus avec eux, et ce qu'ils signifient pour nous et dans nos cultures;

  • des préoccupations partagées relatives à la numérisation et à l'accélération du monde, ce qu'elles induisent en nous et à l'échelle collective, d'un point de vue cognitif et comportemental;

  • un intérêt commun profond pour la construction, l'organisation et la transmission de connaissances, sujets intéressant évidemment la bibliothéconomie ou l'ingénierie, mais pas seulement.

Nous discutions aussi beaucoup sur des aspects pratiques de ces préoccupations: qu'en faisons-nous réellement et concrètement dans nos vies? Quelles grilles d'analyse choisissons-nous d'appliquer pour comprendre ou rendre intelligibles les phénomènes?

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Dans les épreuves des toutes dernières années, nos relations ont pris une dimension plus philosophique et plus personnelle encore, hors des systèmes de pensée ou de croyance toutes faites que la lucidité et la raison de Francesco rejetaient, à la recherche d'un soutien et d'un ancrage le plus fort possible dans l'ici et le maintenant.

Comment supporter mais aussi devoir accepter la souffrance et l'inéluctabilité? Comment pratiquer malgré tout une «vie bonne» (comme l'entendait Epicure) envers soi et envers les êtres chers?

Cette leçon de courage et de dignité, donnée par Francesco et son épouse Odile, force le respect le plus profond.

Francesco, ami discret aimant la vérité et le travail bien fait, toujours présent dans nos mémoires, de tout cœur merci.


TRADUZIONE:
Un'amicizia singolare

Col passare degli anni, io e Francesco abbiamo sviluppato un'amicizia singolare basata solo su scambi epistolari, senza mai incontrarci di persona. Un'amicizia che è specchio delle nostre personalità riservate, appartenente a un altro tempo e insieme alla nostra epoca, edificata su mail ponderatissime, con risposte a volte tanto lunghe quanto tardive.

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Una breve presentazione del contesto si rende qui necessaria. Di professione ingegnere, contribuisco alla definizione e all'ideazione di sistemi insieme automatizzati e umani. Parallelamente, nel mio tempo "libero", ho sviluppato dal 2000 un software (WIT) per l'aggregazione e l'organizzazione di informazioni, con il quale si possono elaborare delle conoscenze condivisibili e pubblicabili sia come siti Web che in presentazioni non lineari.

Molto presto questo software ha richiamato l'attenzione di Francesco poiché - come si è visto in seguito - esso si colloca all'intersezione dei nostri due universi, dei nostri interessi professionali e anche delle nostre preoccupazioni personali circa l'informazione, la conoscenza, le tassonomie e la loro organizzazione.

Sono molto grato a Francesco per il suo appoggio costante, le sue domande sempre pertinenti e acute (anche quando chiedeva scusa per la sua "ingenuità", mentre era il software che si rivelava troppo complesso o difettoso) per i suoi numerosi suggerimenti, quasi sempre adottati, e ancora di più per la corposa traduzione del software in italiano, che aveva approntato nel 2003 e che in seguito si è sempre premurato di migliorare e aggiornare.

A lui WIT deve quindi alcune sue funzionalità più originali, come gli indici basati sulle classificazioni a faccette, i vocabolari controllati (nel glossario e negli indici) o ancora un modulo di gestione bibliografica molto più consistente di quello inizialmente ideato, poiché tiene in conto i formati accademici. Da queste nozioni, evidentemente centrali in biblioteconomia, ho ricavato tanti elementi utili alla mia disciplina, l'ingegneria dei sistemi, in particolar modo le classificazioni a faccette.

In questo risiedeva, credo, il punto d'incontro fra le nostre due professioni apparentemente così divers: da una parte l'organizzazione dell'accesso alla conoscenza in una biblioteca, l'automazione della catalogazione o della gestione dei dati bibliografici, dall'altro un approccio ingegneristico nella modellizzazione di sistemi complessi dalle molteplici sfaccettature, recepiti in funzione di punti di vista soggettivi e talvolta inconciliabili.

Questi nostri scambi si sono protratti per tutti quegli anni e Francesco, che molto gentilmente aveva scritto e pubblicato un lungo articolo su WIT in "Biblioteche oggi" (estate 2005), aveva adottato il programma come strumento di lavoro e ne seguiva attentamente tutti gli sviluppi.

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Negli anni, in parallelo con questa corrispondenza piuttosto tecnica, abbiamo scoperto di avere parecchi punti in comune che ci hanno arricchito a vicenda sia sul piano professionale (di cui sopra) che su quello personale :

  • scambi di letture, che commentavamo abbondantemente;

  • una passione condivisa a vario titolo per i libri in quanto oggetti fisici, nei nostri rapporti con essi, e per ciò che significano per noi stessi e nelle nostre culture;

  • alcune preoccupazioni comuni riguardo alla digitalizzazione e all'accelerazione del mondo, cosa inducono in noi e su scala collettiva, da un punto di vista cognitivo e comportamentale;

  • un comune e profondo interesse per l'elaborazione, l'organizzazione e la trasmissione di conoscenze, argomenti che riguardano ovviamente la biblioteconomia o l'ingegneria, ma non solo.

Ragionavamo molto anche su alcuni aspetti pratici di queste preoccupazioni: che posto attribuiamo concretamente a esse nelle nostre vite? Quali modelli analitici scegliamo di applicare per capire i fenomeni o renderli intellegibili?

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Nelle dure prove degli ultimi anni, i nostri rapporti hanno preso una piega più filosofica e ancora più personale, lontani da sistemi di pensiero o da credenze bell'e pronte, che la lucidità e la ragione di Francesco lo portavano a respingere, in cerca di un appoggio e di un ancoraggio quanto più solido nel qui e ora.

Come sopportare, ma anche come accettare la sofferenza e l'ineluttabile? Come praticare nonostante tutto una "vita buona" (così come la concepiva Epicuro) verso se stessi e verso le persone care? Questa lezione di coraggio e di dignità, data da Francesco e sua moglie Odile, ispira il più profondo rispetto.

Francesco, amico discreto, amante della verità e del lavoro fatto bene, sempre presente nei nostri ricordi, grazie di tutto cuore.

 
| © ESB Forum | a cura di Riccardo Ridi |