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ISSN: 2283-303X

Francesco Dell'Orso: bibliotecario, studioso, testimone dell'essenza

in Bibliografie, biblioteche e gestione dell'informazione: un omaggio a Francesco Dell'Orso


di Mauro Guerrini (in linea da: 17 maggio 2016)
Versione estesa del testo pubblicato in "Biblioteche oggi", XXXIII, maggio 2015, p. 2, col titolo "Francesco Dell'Orso, bibliotecario e studioso". Successivamente incluso anche in: Mauro Guerrini, De bibliothecariis: persone, idee, linguaggi, a cura di Tiziana Stagi, Firenze University Press, 2017, p. 395-396.

Il 17 maggio 2015 è morto Francesco Dell'Orso, "rigoroso bibliografo digitale", si legge sul sito web di Riccardo Ridi, una definizione quanto mai appropriata alla sua figura di bibliotecario tra i primi a occuparsi del digitale in Italia, pioniere dell'informatizzazione dei cataloghi; fu referente per tutti quei bibliotecari le cui le biblioteche dagli anni Ottanta del secolo scorso adottarono Dobis-Libis, di cui curò le guide operative in italiano. Credo che Francesco possa essere definito come un esigente prosecutore della great tradition bibliotecaria italiana, reinterpretata in chiave moderna. Francesco testimoniava, infatti, una nuova figura di bibliotecario contemporaneo, di formazione in ambito umanistico e di crescita professionale con l'acquisizione di competenze in ambito informatico. Egli era fondamentalmente uno studioso, un ricercatore che espletava le funzioni sul campo; l'esperienza maturata contribuiva a formulare riflessioni utili per se stesso e per l'insieme della comunità bibliotecaria o, più esattamente, per quel segmento alto della professione che percorreva il suo medesimo percorso innovativo. Amava discutere in profondità, analizzare dettagliatamente e vagliare strettamente tutto ciò che gli interessava. Ricordo le lunghe passeggiate serali a Perugia, con discussioni sulla catalogazione, sugli standard e sugli applicativi, con la scomposizione di ipotesi e di tesi fondate sulla letteratura e sull'esperienza, accomunati spesso da posizioni anticonvenzionali.

Francesco nacque il 3 marzo 1953 ad Arborea (OR), da una famiglia di origine umbra; frequentò il Liceo classico a Perugia, dopo un passaggio per il prestigioso Collegio Morosini di Venezia; si laureò in filosofia all'Università di Perugia nel 1975, da cui venne assunto come bibliotecario nel 1977; nel 1980 fu incaricato, con Maria Pia Toni, di seguire l'automazione delle biblioteche dell'Università con Dobis-Libis; occupò fino al pensionamento (gennaio 2012) la posizione di responsabile del servizio, pur con una soluzione di continuità che lo ferì molto. Lasciò l'Università, infatti, non senza qualche amarezza e delusione. La malattia che lo colpì ai primi del 2010 non gli permise di portare a termine alcune ricerche a cui stava lavorando, ma non gli impedì di continuare a leggere e ad aggiornarsi.

Si impegnò con l'AIB, divenendo vicepresidente (1983-1984) e presidente (1985-1987) della Sezione Umbria.

La scomparsa di Francesco ha segnato tutti coloro che lo hanno conosciuto tramite i corsi di formazione tenuti in varie università e istituzioni italiane e straniere (in Belgio, Spagna, …) e tramite gli scritti pubblicati su "Biblioteche oggi", su "ESB Forum", di cui era membro del comitato scientifico (vedi: Banche dati di filosofia su cd-rom e molti altri), sul sito web dell'AIB (Citazioni bibliografiche secondo il Chicago manual of style) e tramite le numerose consulenze su Isis e su altri sistemi operativi. I suoi contributi si caratterizzano per essere freschi, funzionali, privi di retorica, sostanziali; spesso sono anticipazioni accompagnate da considerazioni di più ampio respiro oppure sono descrizioni tecnicamente dettagliate di nuovi strumenti di lavoro legati all'innovazione e al lavoro bibliografico (magari abbinato alla filosofia, tela a cui rimase sempre interessato). I suoi scritti sono formulati in un italiano eccellente, grammaticalmente ineccepibile, chiaro, comprensibile anche ai non esperti, privo di espressioni gergali, spesso condito da dettagli umoristici; un linguaggio così limpido ed efficace da far dire a Luigi Crocetti di riuscire a capire i temi tecnici di cui Francesco parlava, seppure distanti dalla sua cultura e dai suoi interessi biblioteconomici primari. Proprio per queste sue caratteristiche, chiesi più volte a Francesco di leggere alcuni miei scritti su temi a lui tanto cari (risorse elettroniche), ricevendone sempre osservazioni pertinenti e utili; sono certo che Francesco avrebbe potuto scrivere testi ben più approfonditi. In particolare lo pregai di leggere integralmente Biblioteconomia. Guida classificata (poi pubblicato dall'Editrice Bibliografica nel 2007). Francesco lavorò per mesi alla lettura del testo (o, meglio, dei testi), proponendo numerose modifiche, tutte ben accolte; il suo fu un lavoro certosino che corroborò ancora una volta il possesso di una vastissima competenza scientifica, di un rigore metodologico assoluto, di una padronanza linguistica capillare e, ciò che più conta, di una generosità unica. Francesco era una persona estremamente intelligente e sensibile, colta, garbata, determinata, meticolosa, ironica, riservata, fuori dal coro. Non amava, infatti, esibirsi nel Circo Barnum dei conferenzieri girovaghi e preferiva mantenersi entro il cerchio di poche relazioni consolidate. In una società dell'apparenza egli testimoniava l'essenza. Ammiravo la sua umanità selettiva quanto intensa, che poteva farlo sembrare un solitario, a volte un po' burbero, mentre invece esprimeva voglia di rigore ed essenzialità, nonché avversione per la superficialità e le meschinerie.

Lascia Odile Martinez, moglie e compagna discreta. Piango un amico, un professionista, e lo ricordo con affetto.

 

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