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ISSN: 2283-303X

CD-ROM in rete: soluzioni a confronto e questioni di trasparenza del mercato

Nono Seminario Angela Vinay "L'automazione delle biblioteche nel Veneto: l'irruzione della multimedialità". Venezia, Giardini di Castello, 6 Dicembre 1997
pubblicato anche a stampa negli Atti del nono Seminario Angela Vinay, a cura di Chiara Rabitti, Venezia, Fondazione scientifica Querini Stampalia, 1999, p. 96-105.
di Paolo Bellini (in linea da dicembre 1997)


INDICE

1. Premessa

Nel mio intervento mi soffermerò su due temi, cioè su quali siano i primi passi da muovere nella scelta di un sistema per la consultazione condivisa di banche dati su CD-ROM in rete e su alcuni aspetti commerciali del mercato delle banche dati su CD-ROM. Mi soffermerò quindi su alcune possibili soluzioni per la consultazione condivisa di banche dati su CD-ROM in rete e anche sulla difficoltà che noi bibliotecari troviamo nel muoverci in questo campo, sia per le pesanti implicazioni tecnologiche, sia per l'insufficiente trasparenza di questo settore di mercato.

[Il CD-ROM non è affatto l'unico supporto sul quale una banca dati può essere collocata ed essere consultata in condivisione. Esiste per esempio il nastro magnetico, una soluzione molto diffusa negli Stati Uniti. Tuttavia io non ho esperienza in proposito e mi limiterò a parlare di banche dati su CD-ROM.]

L'intervento è basato sull'esperienza che ho compiuto presso la biblioteca universitaria di Trento, che in questi ultimi anni si è concentrata particolarmente sullo sviluppo del mezzo elettronico nei servizi all'utenza. A persone esperte molte delle cose che dirò potranno forse apparire banali ma sono convinto che mettere insieme tutte queste nozioni sia utile, soprattutto a chi ora si sta accingendo a fare delle scelte in questo campo così complesso, e forse a risparmiargli almeno alcuni degli errori che ho compiuto io.

[Anche se ciò che dirò può essere applicato a biblioteche di diverso tipo, mi riferirò comunque principalmente al contesto universitario.]

2. CD-ROM e on line

Il dibattito sulla differenza fra banca dati su CD-ROM e banca dati on line, sui vantaggi di un mezzo rispetto all'altro, soprattutto dal punto di vista economico e della facilità d'uso, occupa i bibliotecari fin dai primi anni '90 e non si può ancora considerare concluso anche a causa dell'incalzare continuo di nuove soluzioni tecnologiche. Ancora di recente sono stati pubblicati i risultati di una ricerca minuziosa che ha posto a confronto due banche dati di ambito economico molto note, cioé ABI/Inform e PAIS, rispettivamente in una versione Z39.50 sviluppata ad hoc per la biblioteca in cui la ricerca è stata effettuata, nella versione on line di FirstSearch fornita da OCLC e nelle versioni su CD-ROM commercializzate da SilverPlatter e UMI. Tale ricerca aveva come obbiettivo stabilire quale fosse fra questi il prodotto migliore dal punto di vista del recupero dei dati, della quantità di campi indicizzati e dei metodi di stampa e scarico dei dati stessi. Il risultato della ricerca è stato di stabilire che ognuno di questi diversi prodotti aveva vantaggi e svantaggi suoi propri: per esempio, dal punto di vista dell'interfaccia FirstSearch è stato giudicato il prodotto migliore, in quanto offre un'unica interfaccia WWW per molte banche dati, dal punto di vista della coerenza fra OPAC della biblioteca e banche dati è naturalmente risultata migliore la versione Z39.50 (la quale tuttavia limita molto il numero dei campi ricercabili), mentre la soluzione di SilverPlatter (considerata comunque, in quanto CD-ROM, generalmente superiore per quanto riguarda il retrieving) risulta consigliabile nel caso in cui la biblioteca abbia molti CD-ROM montati localmente in modo da poterli interrogare con un'interfaccia comune. Lo studio non dimentica di rilevare tuttavia che molte banche dati, inclusa ABI/Inform, sono distribuite solo da una fonte e che quindi la biblioteca è costretta a usare il software fornito insieme alla banca dati stessa.[1] Altra cosa sono gli studi nei quali una medesima banca dati su CD-ROM viene messa a confronto nelle diverse versioni esistenti sul mercato.[2]

Da una parte, i CD-ROM bibliografici sono, fra le pubblicazioni in formato elettronico, quelle il cui uso si è più rapidamente e stabilmente attestato nelle biblioteche, e se c'è un tipo di libro la cui scomparsa è forse veramente profetizzabile, ebbene questo è proprio il repertorio di tipo classico: la bibliografia, il catalogo, l'enciclopedia. L'immane quantità di dati contenuta su una superficie così ridotta, l'economicità e, quasi sempre, la facilità d'uso, le possibilità di ricerca del tutto nuove in repertori magari già da tempo noti e diffusi in forma cartacea, ne hanno decretato l'enorme successo di cui tutti sappiamo. [Il CD-ROM consente di superare limiti quali l'impossibilità di combinare facilmente più termini di ricerca, la gran quantità di tempo necessaria per le ricerche sui repertori cartacei, la rigidità della struttura dell'indice per soggetti, l'impossibilità di ricavare una bibliografia a stampa in modo semplice e rapido. Non va dimenticato che l'uso dei CD-ROM e in particolare la loro messa in condivisione attraverso una rete, contribuisce a rinnovare agli occhi degli utenti l'immagine della biblioteca, poiché le conferisce un aspetto "moderno" e tecnologicamente aggiornato. Questo, insieme ai vantaggi sopra elencati, fa dei CD-ROM una risorsa strategica per ogni biblioteca, e a maggior ragione per le biblioteche di ricerca.]

D'altra parte, le banche dati on line hanno rispetto ai CD-ROM il fondamentale vantaggio di essere continuamente aggiornate e incrementate quanto ai dati contenuti mentre, come svantaggio, una maggiore costosità e una maggiore difficoltà d'uso: [basti pensare per contrasto che il sistema di consultazione dei CD-ROM è stato ormai facilitato al punto da rendere alcuni prodotti utilizzabili da bambini in fascia prescolare.] In confronto all'on line quindi, il problema del CD-ROM è che, essendo esso un supporto intrinsecamente statico, non riscrivibile ("read-only memory" significa come ben noto l'acronimo), il suo contenuto diventa rapidamente superato. D'altra parte, la consultazione delle banche dati on line trova un limite nella lentezza dei collegamenti delle linee telefoniche: e anche se questi verranno potenziati durante il prossimo decennio, problemi infrastrutturali continueranno a limitarne l'uso, cosa vera soprattutto per il multimedia on line, e particolarmente per quanto riguarda immagini e suoni.[3]

3. Ibridi CD-ROM/on line

Per questo motivo sono apparsi sul mercato nell'ultimo triennio alcuni nuovi prodotti, attualmente ancora in fase di sviluppo, che combinano la tecnologia CD-ROM con quella on line e per i quali si è appunto parlato di "CD-ROM/online hybrids".[4] Questi ibridi sono di vario tipo: da una parte si costituiscono come servizi on line che sviluppano metodi per operare con un contenuto supplementare multimediale su CD-ROM fornito a cadenza periodica, per esempio mensile, dall'altra come prodotti CD-ROM che forniscono un supporto per l'accesso on line e per lo scarico di informazioni aggiornate. Specialmente questa seconda configurazione parrebbe avere notevoli possibilità di sviluppo commerciale, perché consente di predisporre la propria ricerca off line in tutta tranquillità avvalendosi del thesauro, degli authority files e degli altri strumenti di ricerca che risiedono sul CD-ROM. [E' strano che in questo settore non abbiano ancora assunto un ruolo di primo piano le aziende specialmente rivolte alle biblioteche che già oggi offrono la possibilità di consultare le banche dati da loro commercializzate sia su disco sia on line quali SilverPlatter, UMI, Dialog, Wilson, Ovid e che già adesso offrono modalità ibride di consultazione.[5] ]In questo segmento di mercato stanno invece assumendo un ruolo di primo piano aziende quali Teleshuttle o Microsoft che producono titoli definiti "di consumo", lontani per tipologia da quelli acquisiti dalle biblioteche. La Microsoft in particolare ha annunciato durante lo scorso anno di perseguire come strategia dichiarata quella di usare gli ibridi CD-ROM/on line come mezzo per trasformare l'acquisto di titoli CD-ROM "semplici", noi diremmo monografici, in abbonamenti annuali.[6]

I CD-ROM/online hybrids, mostrano come in questo settore il ritmo delle innovazioni sia sempre più incalzante. Torno ora al più tradizionale CD-ROM.

4. Perché i CD-ROM in rete

Dò qui per scontato che mettere CD-ROM in rete sia in molti casi una soluzione vantaggiosa dal punto di vista economico. Su questo aspetto della questione esistono molti studi, i quali mettono in evidenza che il risparmio viene attuato soprattutto quando vengono poste in rete banche dati molto costose eliminando così duplicazioni di acquisto.[7] Molti editori in simili casi impongono la cosiddetta "licenza sito", ma essa costituisce comunque un sensibile risparmio rispetto all'acquisto di un CD-ROM per ogni workstation, dal momento che mediamente essa va da quattro a dieci volte il prezzo del singolo disco. Inoltre, almeno in linea teorica, si evita così di dover acquistare macchine con CD drive attuando così un risparmio anche sull'acquisto dello hardware.

Se mettere i CD-ROM in rete consente di risparmiare, sorgono però anche alcuni problemi. In primo luogo, la consultazione di un CD in locale è molto piu rapida della consultazione di un CD in rete (almeno nella soluzione torre e juke-box). Inoltre, deficienze tecniche di molti titoli rendono arduo, molto laborioso o a volte impossibile il loro caricamento su un server. Molti contratti di licenza non consentono neanche la consultazione di un titolo su una LAN.[8] La diversità fra i CD è notevole e questo può causare problemi a chi si occupa di installarli: alcuni titoli sono venduti in versione separata per Mac e per PC, alcuni non lavorano senza password, altri richiedono che il motore di ricerca sia scaricato da un floppy disc. La cosa peggiore si ha quando il software di installazione disturba lo hard disk o provoca cambiamenti alla configurazione del computer. Barry Hudson ha pubblicato nel marzo del 1995 uno studio minuzioso in proposito di cui raccomando la lettura, individuando 20 caratteristiche negative di maggiore o minore gravità che possono rendere un CD-ROM difficile da mettere in rete.[9] Fra i 12 titoli di CD-ROM presi in considerazione da Hudson (certamente un numero non molto elevato) solo 3 non avevano un software di installazione che disturbasse lo hard disk. Questo problema è di tale rilievo che la Optical Publishers Association ha definito cinque raccomandazioni per editori di CD-ROM affinché i loro prodotti non causino problemi come quelli descritti.[10]

A proposito della diversità delle versioni di CD-ROM, ricordo che i CD-ROM attualmente in commercio sono di tre tipi diversi:

    1. ISO 9660, che funziona in ambiente Windows, DOS e Unix, ma che può essere anche caricato su Macintosh dotati di "foreign file access".

    2. Macintosh HFS.

    3. Ibridi che contengono dati ISO 9660 e Mac HFS e che sono accessibili sia da applicazioni DOS che da applicazioni Macintosh ma che danno problemi di leggibilità da macchine Mac se caricati su un server.

[Hudson ha definito 14 domande da porsi prima di installare un server per i CD-ROM in rete: esse vanno da "Chi caricherà gli aggiornamenti del disco sul server?" a "Dove dovrà essere collocato il server?", a "L'utente tollererà un rallentamento nell'interrogazione delle banche dati?", a "Chi aiuterà l'utente nella consultazione della banca dati, nella stampa di estratti e in genere nell'uso presso la postazione?", a "Chi predisporrà i menu front end sulle postazioni di lavoro?". Si tratta insomma di predisporre un progetto complesso, con definizione di obiettivi, vincoli, assegnazione di attività a persone precise.[11]]

Come ho detto, i CD-ROM variano molto dal punto di vista della loro predisposizione a essere messi in rete ed è importante che i manutentori del server non si sentano obbligati a far "girare" qualunque titolo. Va dunque chiarito in anticipo se e come alla nostra biblioteca gioverà installare un server di questo tipo. Se sì, sarà bene scegliere i titoli dai quali cominciare fra quelli più adatti per configurazione, contenuto, periodicità, vantaggiosità economica.

A questo proposito, alcune domande da porsi sono quindi: da quanti dischi è composto ciascun titolo? Quale è la loro periodicità (nel caso di opere in aggiornamento o periodici)? Quanto spesso sono consultati? Ci sono titoli che non vengono consultati solo perché il lettore della postazione stand alone è sempre occupato da altri titoli più consultati?[12]

5. Modalità di condivisione

Il CD-ROM è stato introdotto nel mondo dell'informazione nel 1985. Già prima della fine degli anni '80 cominciavano ad essere diffuse soluzioni per la consultazione in rete dei CD-ROM. Le diverse possibilità di consultazione condivisa di CD-ROM in rete oggi sono:

    1. I lettori di CD-ROM sono collegati a una postazione di lavoro che costituisce una risorsa comune essendo collegata a una rete peer-to-peer (esempi sono Microsoft Windows for Workgroups, LANtastic). E' una soluzione adatta a piccole strutture, in quanto l'efficienza del sistema scema con l'aumentare delle workstations aggiunte alla rete.

    2. I lettori CD-ROM sono collegati a un fileserver e resi quindi accessibili dalla rete con un software di condivisione.

Ricordo qui che col termine rete si intende: "due o più computer collegati fra loro attraverso un qualche tipo di mezzo di comunicazione".[13] I computer messi in rete possono essere di tipo diverso: PC, Mac, ecc.

In generale, negli Stati Uniti è molto diffusa la soluzione del juke-box con software di condivisione e anche la letteratura professionale è in gran parte dedicata a questo argomento. Sulle pubblicazioni del settore, specialmente sulla rivista "CD-ROM Professional", vengono pubblicate rassegne dei principali prodotti esistenti sul mercato.[14]

I sistemi che usano applicazioni di tipo client/server sono di diverso tipo. Uno di questi, CDNet della Meridian, è stato scelto per la biblioteca della University of South Africa di Pretoria ed è stato descritto in un articolo da Dorette Snyman.[15] L'esperienza descritta dalla Snyman mi ha colpito per il parallelismo con quella compiuta a Trento. In particolare è stata simile la tipologia dei titoli scelti, si è deciso di mettere inizialmente a disposizione dell'utenza quattro 486 dedicati esclusivamente alla consultazione dei CD in rete. Presto si è reso evidente che i 486 erano sottodimensionati e si è dovuto sostituire le macchine con Pentium. Per riprendere quanto detto prima, anche Snyman elenca alcuni titoli che hanno causato difficoltà o che non è stato proprio possibile installare.[16]

Alcuni problemi assolutamente analoghi sono stati:

- che il software di condivisione non disponeva di un modulo veramente efficace per il rilevamento statistico dell'uso delle banche dati;

- che non è stato facile stabilire un'efficace comunicazione con gli amministratori della rete a livello di campus oltre che di edificio;

- che la consultazione delle banche dati era più lenta. Se sul server centrale viene collocata una banca dati prima consultata in postazione stand alone in una sede distaccata, l'abbassamento del livello della prestazione in termini di velocità può essere ritenuto inaccettabile da parte dell'utente.

6. Elementi base da prendere in considerazione

Decidere per un tipo o un altro di installazione è tutt'altro che semplice: bisogna tener conto degli aspetti tecnologici e di come la propria struttura si presenta anche in relazione ad aspetti commerciali che non hanno direttamente a che fare con la soluzione adottata, e dei quali, di conseguenza, gli stessi tecnici informatici sono a volte non completamente a conoscenza.

Tutto deve partire dall'analisi della propria realtà. Procederò per punti.

- Prima di tutto va considerato il tipo di rete e la sua potenza. La rete va vista non solo nel suo collegamento esterno ma anche nella sua struttura interna; è importante cioé che non solo sia buono il collegamento fra la rete e l'Internet e quindi un ipotetico server remoto, ma anche che i tronconi che compongono la LAN fino al client siano efficienti, altrimenti ci possono essere rallentamenti.

- Va poi visto il tipo di hardware di cui si è in possesso: quanto ai PC, per avere buone prestazioni oggi si deve disporre almeno di Pentium ed escludere anche i 486 che apparentemente potrebbero bastare ma finiscono poi per creare problemi, se non altro di velocità. Un 486 inoltre non consente di consultare le banche dati in versione per Windows, qualora esista, ma solo in versione DOS.

- In terzo luogo si deve vedere se le macchine di cui disponiamo sono Mac o PC o magari macchine di entrambi i tipi.

- A questo punto, ma è in realtà un'attività da compiere in parallelo con le altre viste finora, bisogna predisporre la lista dei titoli delle banche dati che al momento sono di interesse per la nostra struttura e di quelli che verosimilmente si dovranno aggiungere nell'arco di un certo tempo a venire (ma, vista la rapidità con la quale il mercato si sviluppa, comunque non oltre i due anni).

- Fatta questa lista, che naturalmente presuppone una serie di incontri o contatti con i ricercatori e con colleghi che lavorano in biblioteche analoghe alla nostra che ci potranno consigliare verso quali prodotti indirizzarci, si dovranno consultare i cataloghi dei rivenditori disponibili, per esempio Burioni, Cenfor, Chadwick, DEA, Ebsco, Swets, UMI e, naturalmente, Silverplatter e Ovid, facendo attenzione alle versioni nelle quali il titolo che ci interessa è presente sul mercato: se per sistemi MS-DOS, Mac, Windows, Unix, su nastro magnetico, se ci sono corrispettivi on line, ecc. Questa analisi va incrociata con l'altra relativa allo hardware. Può infatti darsi il caso che un titolo per noi interessante sia però commercializzato in versioni non compatibili col nostro hardware. Per fare un esempio, il CD-ROM "Codici e leggi d'Italia" della De Agostini, versione elettronica del noto repertorio "Leggi d'Italia: testo vigente" a cura di Vittorio De Martino, è una banca dati a testo pieno che non si potrà mettere in rete in una struttura dove gli utenti hanno macchine Mac perché, semplicemente, non è commercializzata in tale versione ma solo in versione DOS. [In tal caso una soluzione potrebbe essere quella di optare per client PC (non Mac) da porre a disposizione del pubblico in alcuni luoghi di uso comune: la biblioteca, la sala computer, la sala del dipartimento, ecc. Oppure si potrà pianificare un graduale passaggio dello hardware da Mac a PC, nel caso in cui le banche dati di nostro interesse siano tutte o quasi di questo tipo e tali probabilmente resteranno. Come si fa a prevedere come la situazione si evolverà? E' difficile, perché sono scelte di mercato a determinare quali banche dati vengono poste in commercio e in quali versioni. In linea di massima, tanto più la banca dati è di interesse locale e diretta a un ristretto bacino d'utenza, tanto minori sono le possibilità che essa venga commercializzata in un'ampia gamma di versioni e ancora più difficile è che entri nel catalogo di ditte che operano a livello globale. Esempi evidenti sono da una parte le banche dati di ambito giuridico, dall'altra quelle biomediche. La giurisprudenza è una materia legata alle tradizioni nazionali del diritto e quindi le banche dati di questo settore disciplinare raramente sono commercializzate al di fuori di contesti locali. Al contrario le banche dati biomediche hanno tale diffusione che costituiscono il "core business" di un'impresa che opera a livello mondiale come la Ovid Technologies.]

Per fare un esempio di quanto questa valutazione sia importante, delle banche dati che a Trento abbiamo caricato sul server, all'epoca dell'installazione solo due (MLA e Sociofile) erano presenti nel catalogo Silverplatter e Ovid, mentre tutte le altre no. E' evidente quindi che si imponeva una scelta di tipo diverso da ERL e da Ovid.

- A questo punto si dovranno valutare le risorse umane disponibili. C'è bisogno sia di personale tecnico informatico sia di personale di biblioteca. Inutile illudersi di poter fare da soli: solo un informatico è in grado di seguire un server con software per la consultazione condivisa di CD-ROM; il bibliotecario potrà lavorare a operazioni di contorno quali l'istruzione dell'utenza, la redazione di guide, lo studio del rapporto fra il WWW della biblioteca e le banche dati in rete e, al massimo, il caricamento sul server degli aggiornamenti dei CD, ma tutto il resto resta competenza dell'informatico.

A un anno dall'installazione del "nostro" server Ultra*Net, possiamo dire che esso assorbe un tecnico informatico almeno per il 25% del suo tempo. [Che il mantenimento di un server anche di tipo diverso implichi comunque l'impiego di molto tempo lo dichiarano gli stessi agenti commerciali.]

Una soluzione a questo problema potrebbe essere quella di optare per il collegamento a un server remoto ma sono gli stessi agenti commerciali a sconsigliare questa scelta almeno fino a quando i collegamenti Internet non miglioreranno in modo considerevole.

[Il problema dell'acquisto del software da un punto di vista economico non è certo il maggiore: Silverplatter lo dà gratis, Ovid abbatte i costi nel caso in cui il pacchetto di banche dati che si acquista sia abbastanza cospicuo.]

7. Caratteristiche del sistema

Vanno a questo punto evidenziate le caratteristiche base alle quali il sistema deve corrispondere. Un esempio può essere il seguente:

- compatibilità con la rete di ateneo nelle sue varie configurazioni;

- possibilità di consentire l'installazione di CD-ROM di diverse case produttrici con diversi software di interrogazione;

- possibilità di consultazione della stessa banca dati da parte di più utenti contemporaneamente;

- possibilità di potenziare ed estendere nel tempo il sistema;

- possibilità di consentire l'accesso alle banche dati anche da postazioni esterne alla biblioteca;

- possibilità di ricavare statistiche d'uso delle banche dati;

- semplicità di gestione;

- possibilità di consentire all'utente il passaggio dalla consultazione del CD all'uso di altre applicazioni nella stessa sessione di lavoro;

- possibilità di consentire un uso controllato delle banche dati per garantire il rispetto dei contratti di licenza.

8. Questioni di mercato

Passiamo adesso a esaminare alcune questioni di carattere meno tecnologico e più di mercato.

Nel mondo esistono oggi quattro aziende leader nel mercato delle banche dati su CD-ROM: esse sono Ebsco, UMI, SilverPlatter e Ovid Technologies (già CD Plus Technologies).[17] Queste quattro aziende hanno caratteristiche differenti: mentre infatti Ebsco e UMI sono aziende produttrici dei databases che vendono (dunque organismi che selezionano le fonti, cioè i documenti, li raccolgono, li ordinano, li classificano, li indicizzano, ne producono l'abstract), SilverPlatter e Ovid sono aziende che comprano i databases e li rivendono ai distributori, dopo averli in qualche modo rielaborati. SilverPlatter e Ovid - che sono aziende fra loro in concorrenza - sono dunque editori che rivendono le banche dati con un valore aggiunto che giustifica un aumento del loro costo. Per quello che riguarda l'Italia c'è un'ulteriore particolarità, data dal fatto che mentre SilverPlatter è distribuita da tre aziende (ovvero Burioni, Cenfor international e DEA), Ovid ha un agente unico (DEA) che agisce quindi in regime per così dire monopolistico (e che risulta essere l'unico in Italia a rappresentare contemporaneamente le due aziende, SilverPlatter e Ovid Technologies).[18] Questo significa che mentre nel mercato dei prodotti SilverPlatter in Italia c'è concorrenza fra tre distributori, sui prodotti Ovid non c'è concorrenza. Sui prezzi dei primi si potrà riuscire a spuntare condizioni più vantaggiose che sui prezzi dei secondi. La concorrenza fra i distributori è resa ancora più dura dal fatto che è fatto loro divieto di uscire dai mercati nazionali.

Quanto peso abbiano i CD-ROM nel fatturato globale dei distributori è difficile dirlo e dipende anche dalla loro storia.[19] Accanto ai guadagni per la vendita del prodotto ci sono i guadagni derivanti dalla vendita delle licenze d'uso. La licenza d'uso può andare da una licenza multiutenza "bassa" (entro le cinque interrogazioni simultanee) fino a una cosiddetta "licenza sito", ovvero per "n" utenti. Attualmente la maggior parte delle licenze multiutenza appartiene alla fascia "bassa". Mentre le fasce "basse" di multiutenza hanno di solito un prezzo fisso, nel senso che esiste un listino, la licenza sito spesso non ha un prezzo fisso, specialmente per banche dati molto "importanti" e costose (come Inspec, della IAC, o i Current contents dell'ISI). In questi casi la procedura può essere la seguente: il distributore al quale la biblioteca è vincolata (per aver lui vinto una gara di appalto) chiede la quotazione a SilverPlatter o a Ovid, le quali chiedono all'origine. E' facile comprendere come la molteplicità dei passaggi renda il prezzo finale piuttosto elastico ed è questo che spiega come mai sui cataloghi di CD-ROM normalmente solo le banche dati poco o relativamente poco costose siano prezzate mentre per le più costose venga riportata la scritta "richiedere quotazione" o "prezzo a richiesta".

Va anche detto che i cataloghi dei distributori sono tutt'altro che statici quanto a numero delle banche dati contenute. E' già ampiamente nota la notizia che Medline è ora fornito gratuitamente dalla National Library of Medicine. Questa importante fonte di guadagni dovrà essere recuperata dai distributori in altri modi, presumibilmente anche ampliando l'offerta in catalogo. Un altro esempio: col gennaio 1998 la banca dati Information Access Company della IAC non sarà più distribuita da SilverPlatter. In sintesi, il catalogo dei distributori cambia sia perché nuovi titoli si aggiungono sia perché altri titoli vengono ritirati. Anche a monte di questi cambiamenti stanno ragioni di mercato: il motivo per cui alcuni produttori di banche dati decidono di fornirle in proprio e di non darle più a un distributore può essere la volontà di ricavare guadagni maggiori eliminando un anello della catena che conduce fino al consumatore come anche l'obbiettivo di conquistare una presenza più incisiva e visibile sul mercato. A questo si aggiunge che negli ultimi tre anni è aumentato sempre più il numero delle banche dati su CD-ROM che vengono messe rese disponibili sull'Internet dagli editori o dai rivenditori di servizi on line.

Anche la politica degli sconti è diversa da produttore a produttore; essi vanno comunque in linea di massima da un minimo del 5% a un massimo del 20% sul prezzo di listino. E se da un punto di vista teorico il distributore può, dopo aver spuntato un certo sconto dal produttore, operare sul prezzo all'origine un ricarico che grava sul compratore finale, sembra tuttavia che i margini non lo consentano. Il distributore che ha vinto una gara d'appalto con una biblioteca deve infatti per contratto applicare uno sconto fisso che a volte sarà inferiore, a volte invece superiore a quello che lui stesso riesce a spuntare dal produttore. L'ammontare dello sconto effettuato dal produttore dipende - è naturale - anche dalla cospicuità del pacchetto di banche dati acquisite e, non ultimo, dall'abilità commerciale del distributore. Il vantaggio che la biblioteca ricava da tutto ciò emerge al momento della gara d'appalto iniziale quando sarà appunto il distributore più abile a riuscire a garantire lo sconto più consistente.

E' importante chiedere sempre quotazioni in valuta e la quotazione del cambio per poter fare comparazioni realistiche e vantaggiose.

Da quanto ho detto, dovrebbe risultare chiaro che è piuttosto difficile riuscire a paragonare dal punto di vista della congruità dei prezzi le banche dati nelle varie versioni presenti sul mercato. Anche perché i prodotti non sono esattamente sovrapponibili. Tutt'altro. Per restare nel campo delle aziende leader che ho nominato e cercando di non penalizzare ingiustamente nessuna di esse parlandone di più o di meno, va detto che ognuna ha alcuni vantaggi propri rispetto alle altre. Per fare solo alcuni esempi, Ovid Technologies si è sempre segnalata nel mercato dei CD-ROM per aver presentato il meglio delle fonti nella versione più aggiornata. Il modo che Ovid ha di trattare i thesauri di banche dati come Medline, Eric o Psyclit, è giudicato il migliore di quello di qualunque altro editore. Gli specialisti di Ovid che si occupano di indicizzazione sembrano essere più esperti degli altri.[20] SilverPlatter, da parte sua, ha il catalogo più cospicuo di banche dati su CD-ROM, peraltro in continua espansione, ha ideato il software ERL (Electronic Reference Library) per la consultazione condivisa di CD-ROM, lanciato nel 1994 e più volte premiato. Ebsco, che nonostante Ebscohost è ancora un passo indietro rispetto alle prime due aziende citate, resta però rispetto a loro imbattibile per i prezzi delle banche dati e ha applicato in modo molto incisivo la strategia del catering, ovvero dell'immissione sul mercato di titoli diversi ricavati a partire dagli stessi dati in funzione di gruppi di utenti diversi: enti di ricerca, biblioteche universitarie, biblioteche scolastiche ecc. Questi diversi CD-ROM si possono differenziare, per esempio, quanto a periodicità, consistenza, quantità di pregresso e quindi, naturalmente, prezzo. Inoltre Ebsco sta sviluppando servizi di document delivery molto interessanti.

[E' ora necessario approfondire quale sia il tipo di intervento che SilverPlatter e Ovid effettuano sulle banche dati che acquistano dai produttori per rimetterle poi sul mercato con quello che abbiamo definito un valore aggiunto.] SilverPlatter e Ovid hanno cercato di fornire soluzioni ai diversi problemi dati dalla grande diversità esistente fra i vari CD-ROM, primo fra tutti quello della frequente presenza di macchine di diverso tipo all'interno di una stessa LAN da adibire alla consultazione di CD-ROM in rete. La soluzione è stata quella di adottare interfacce di ricerca tipo browser (che naturalmente risolvono anche altri problemi: la differenza delle interfacce fra le varie banche dati è solo un esempio). La rielaborazione alla quale la banca dati deve essere sottoposta, e che aggiunge valore al suo contenuto originario, ha un costo che ricade sull'acquirente. Ho detto prima dell'intrinseca differenza che esiste fra produttore e rivenditore di banche dati e di come il valore aggiunto da quest'ultimo apportato comporti un aumento di prezzo del CD-ROM. Ma quanto vale questo valore aggiunto? Su questi aspetti, a differenza che su quelli tecnologici e tecnici, la bibliografia è purtroppo assai scarsa e non c'è da stupirsene, data la difficoltà con la quale, per i motivi sopraesposti, si ottengono quotazioni di molti fra i titoli di maggior interesse.[21] In realtà, il costo delle banche dati è estremamente vario perché dipende da molti fattori, quali il possesso dell'informazione, il diritto d'autore (le royalties che devono essergli versate), il processo di raccolta e di organizzazione del materiale, la scansione dei dati nella versione cartacea originaria o, più frequentemente, la conversione in caratteri ASCII con le necessarie verifiche, l'indicizzazione dei dati, la costruzione del software di ricerca, la masterizzazione vera e propria, la periodicità.[22] Anche nel caso in cui la banca dati su CD-ROM sia commercializzata in versioni pressoché identiche da imprese diverse, il paragone dei prezzi è reso molto difficile, in quanto possono essere comunque diverse le periodicità, la quantità di pregresso associata al corrente, il modo di "tariffare" le fasce di multiutenza, senza parlare di eventuali servizi aggiuntivi.

A mio parere, alcuni vantaggi della possibilità di lanciare una sola interrogazione contemporaneamente su più titoli grazie a interfacce di tipo browser, sebbene effettivamente molto importanti, sono stati sopravvalutati. E' effettivamente utile poter lanciare un'interrogazione su più banche dati contemporaneamente, non solo sui più dischi nei quali uno stesso titolo è suddiviso (mi riferisco per esempio ai Current contents, che stanno su più dischi) ma anche su più titoli contemporaneamente. Questo infatti consente di effettuare ricerche monodisciplinari ma su banche dati diverse e anche ricerche multidisciplinari. Tuttavia bisogna anche tener conto di questo fatto: la ricerca libera (a parola chiave) nel campo titolo ha in ambito multidisciplinare significato scarso. In ambito multidisciplinare si è più vincolati alla ricerca per soggetto. Ma in questo caso si deve tener presente che le diverse banche dati hanno thesauri fra loro diversamente concepiti e che quindi lanciare una ricerca a soggetto su più banche dati può condurre a risultati non solo scarsi ma addirittura fuorvianti. Tutto questo vale anche per le interrogazioni che si possono compiere su banche dati diverse grazie al protocollo Z39.50, in particolare a un'interrogazione ipoteticamente lanciata sul catalogo della propria biblioteca, su altri cataloghi, su banche dati su CD-ROM e, magari, "sulla rete".

Credo che i bibliotecari dovrebbero cercare di esercitare insieme una certa pressione affinché il paragone fra prodotti diversi fosse possibile, anche se è naturale che se per un bibliotecario l'obbiettivo è fornire un servizio, per un venditore esso sia realizzare un profitto. Ma noi abbiamo una grande forza, se è vero che l'80% circa dei guadagni ottenuti nel mondo nel settore dei CD-ROM è garantito dai professionisti e dagli enti di studio e ricerca quali le università.[23]

A proposito di mancanza di trasparenza non si può infine non notare la parzialità di tanta produzione nella letteratura professionale, che spesso si presenta come rassegna di base di prodotti per i CD-ROM in rete ma è in realtà poco più che un'azione promozionale.[24] Credo che se si conosce solo il prodotto che abbiamo installato sia più corretto impostare l'articolo come una presentazione illustrativa della propria installazione piuttosto che come una rassegna esaustiva.

9. Conclusioni

Sono alla fine della mia relazione: dovrei dunque fare una conclusione. Spero che sia emerso dal mio intervento che una soluzione ottimale di per sé non esiste, esiste invece una soluzione ottimale per ogni specifica biblioteca ed è questa che va cercata. Ma non posso terminare se non dicendo che il processo dell'innovazione tecnologica è ormai così rapido che è impossibile fare il cosiddetto "punto della questione": in effetti non c'è nessun punto. Di più, in questo momento per quanto riguarda l'uso delle banche dati l'intreccio fra gli aspetti tecnologici, gli aspetti di mercato e anche gli aspetti legali (sui quali non ho parlato affatto) è tale da disorientare tutti quanti gli operatori del settore. Mi limiterò quindi a fare una raccomandazione di fondo: accingendovi a realizzare un sistema per la condivisione di banche dati su CD-ROM in rete, non pensate di poter fare tutto da soli: create un gruppo di lavoro, un comitato, coinvolgete fin dal primo momento colleghi bibliotecari, informatici e utenti, in modo da condividere l'esame dei vari aspetti: problemi di hardware e software, problemi di licenze, uso attuale delle banche dati su CD-ROM, proposte di nuove acquisizioni, training degli utenti, ecc.[25]

Si tratta evidentemente di sfide non facili, ma se essere bibliotecari oggi è difficile, ebbene, è certamente anche molto interessante!

10. Opere citate

S. H. Chishti, CD-ROM vs. online: a comparison of PsycLIT (CD-ROM) and PsycINFO (DIALOG), in: "The Reference Librarian", vol. 40 (1993), pp. 131-155.

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C. Griffith, CD-ROM networking consideration, in: "Information Today", vol. 12 (November 1995), pp. 16-17.

D. R. Guenette, The CD-ROM/online connection, in: "CD-ROM Professional", vol. 9, fasc. 3 (March 1996), pp. 30-44.

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D. Snyman, CD-ROM networking in an academic environment: the UNISA Library experience, in: "The Electronic Library", vol. 13, n. 4 (August 1995), pp. 363-370.

T. J. Thiel, Costs of CD-ROM production. What they are and how to overcome them, in: "CD-ROM Professional", vol. 6, fasc. 3 (March 1993), pp. 43-46.

11. Note

[1]Cfr. G. A. Crawford, Varieties of access: a comparison of databases available via Z39.50, FirstSearch, and CD-ROM, in: "Proceedings of the 17th National Online Meeting 1996", ed. by M. E. Williams, Medford: Information Today, Inc., 1996, pp. 55-64. Più rare le ricerche che hanno posto a confronto un titolo unico nella versione CD-ROM e on line dal punto di vista dei rispettivi motori di ricerca, della struttura del file, dell'aggiornamento e dei tipi di documento contenuti. Al proposito cfr. S. H. Chishti, CD-ROM vs. online: a comparison of PsycLIT (CD-ROM) and PsycINFO (DIALOG), in: "The Reference Librarian", vol. 40 (1993), pp. 131-155. Anche questo studio evidenzia come punti di forza e di debolezza delle due versioni siano legati alla specificità del mezzo, rispettivamente il CD-ROM e l'on line.

[2]Cfr. D. Schoonbaert, SPIRS, WinSPIRS, and OVID: a comparison of three MEDLINE-on-CD-ROM interfaces, in: "Bulletin of the Medical Library Association", vol. 84, fasc. 1 (January 1996), pp. 63-70. Le conclusioni, come sempre in questo tipo di studi, sono che nessuna delle versioni prese in esame supera le altre da ogni punto di vista. Lo studio è utile anche per come individua dieci caratteristiche di maggior importanza per valutare la qualità dell'interfaccia e del retrieving di questa banca dati su CD-ROM: semplicità del menu, rapporto fra termini del thesauro e linguaggio naturale, possibilità di visualizzare il record in diversi formati, ecc. Le caratteristiche usate in questa ricerca per porre a paragone le diverse versioni considerate sono complessivamente 50 (p. 70).

[3]Cfr. R. R. Reisman, CD-ROM/Online hybrids. Missing link?, in: "CD-ROM Professional", vol. 8, fasc. 4 (April 1995), p. 68.

[4]Su di essi cfr. Reisman, CD-ROM/online hybrids...., cit., pp. 66-74; S. Nathans, The CD/online enablers. Vendors and services taking the hybrid lead, in: "CD-ROM Professional", March 1996 (vol. 9), pp. 46-56.

[5]Per queste analisi cfr. D. R. Guenette, The CD-ROM/online connection, in: "CD-ROM Professional", vol. 9, fasc. 3 (March 1996), pp. 30-44.

[6]Ibidem, pp. 35-36.

[7]Cfr. B. J. Hudson, CD-ROM network access. Problems, pitfalls and perils, in: "CD-ROM Professional", vol. 8 (March 1995), pp. 98-102.

[8]Sull'argomento esiste in italiano un contributo dal titolo significativo, cfr. A. Scolari, CD-ROM in biblioteca: nel labirinto delle licenze, in Bollettino AIB, vol. 33, n. 2 (giugno 1993), pp. 167-177.

[9]Cfr. Hudson, CD-ROM network access..., cit., p. 100.

[10]Ibidem, p. 101.

[11]Ibidem, p. 108.

[12]Per queste e altre questioni fondamentali da porsi prima di optare per i CD-ROM in rete cfr. C. Griffith, CD-ROM networking consideration, in: "Information Today", vol. 12 (November 1995), pp. 16-17.

[13]Cfr. M. Leggott, CD-ROM and LANs, in: "CD-ROM local area networks: a user's guide", a cura di N. Desmarais, Westport-London: Meckler, 1991, p. 1.

[14]Cfr. al proposito P. Liebermann, CD-ROM networking. Navigating through VINES and NetWare and the new software technologies, in: "CD-ROM Professional", vol. 8 (November 1995), pp. 31-44. Per un quadro ancora più completo e aggiornato cfr. D. Doering, Choosing a CD-ROM network solution, in:"CD-ROM Professional", vol. 9 (March 1996), pp. 75-91. Doering presenta in questo contributo 24 diversi software di condivisione giungendo alla conclusione che non tutti i prodotti sono in grado di soddisfare ogni esigenza e che può essere necessario combinare prodotti diversi per mettere a punto la soluzione migliore per la propria struttura.

[15]Quando fu operata la scelta per questo tipo di soluzione, durante il 1993, il software ERL di SilverPlatter era ancora in fase di test, cfr. D. Snyman, CD-ROM networking in an academic environment: the UNISA Library experience, in: "The Electronic Library", vol. 13, n. 4 (August 1995), pp. 363-370. Dal punto di vista tecnico l'esperienza di Pretoria è stata descritta in: A. Geldenhuys, CD-ROM networking in an academic library: trial, tribulation and success at the University of Pretoria, in: "The Electronic Library", vol. 13, n. 4 (August 1995), pp. 371-376.

[16]In particolare BIP, Bookfind, Electronic Dewey from OCLC, i databases della Library of Congress come CDMARC Bibliographic o CDMARC Subjects, i dischi SilverPlatter, cfr. Snyman, CD-ROM networking in an academic environment..., cit., p. 366. Tali notizie risalgono all'agosto 1995: nel frattempo sono uscite nuove versioni di questi titoli con nuovi software.

[17]Per una storia dell'UMI che, al pari di Ebsco, ha sviluppato anche un proprio servizio di document delivery in qualche modo collegato ai propri databases cfr. T. Pack, UMI. History in the making, in: "Library Hi Tech", vol. 12, fasc. 3 (1994), pp. 91-100.

[18]Tuttavia ciò è esatto solo per quanto riguarda le banche dati con licenza multiutenza: per gli stessi titoli con licenza monoutente anche la ditta Cenfor International ha la rappresentanza di Ovid.

[19]Per Cenfor esso, nel 1996, è stato intorno al 10%. Ringraziamo la dott.ssa Anna Merlo della Cenfor International per averci fornito questo dato.

[20]Riporto qui il parere di Péter Jacsó, autore di vari contributi che trattano il tema delle politiche di mercato di produttori ed editori di banche dati, cfr. P. Jacsó, CD-ROM publishers come online, in: "Information Today", vol. 12, n. 8 (September 1995), p. 32.

[21]Su tali aspetti commerciali e di mercato, sull'analisi delle strategie di prezzo del prodotto CD-ROM cfr. J. Rowley, Pricing strategies for electronic information: some lessons from online and CD-ROM, in: "Perspectives in Information Management", vol. 3, n. 2 (1993), pp. 89-94; id., Pricing strategies for CDROM products, in: "Online & CDROM Review", vol. 18, n. 2 (1994), pp. 87-93; J. Rowley, D. Butcher, A comparison of pricing strategies for bibliographical databases on CDROM and equivalent printed products, in: "The Electronic Library", vol. 12, n. 3 (June 1994), pp. 169-175; J. Rowley, Issues in multiple use and network pricing for CDROMs, in: "The Electronic Library", vol. 13, n. 5 (October 1995), pp. 483-487; J. Rowley, D. Butcher, Pricing strategies for business information on CD-ROM, in: "Journal of Information Science", vol. 22, fasc. 1 (1996), pp. 39-46.

[22]Sugli elementi che concorrono a determinare il costo della produzione di un CD-ROM cfr. T. J. Thiel, Costs of CD-ROM production. What they are and how to overcome them, in: "CD-ROM Professional", vol. 6, fasc. 3 (March 1993), pp. 43-46.

[23]Cfr. D. Galante Block, The returns of CD-ROM, in: "CD-ROM Professional", vol. 9, fasc. 6 (Jun. 1996), p. 62.

[24]Cfr. ad esempio K. Perone, Networking CD-ROMs: a tutorial introduction, in: "Computers in Libraries", vol. 16 (February 1996), pp. 71-77, dove non si nominano né Dialog on Disc né Ovid ma solo il del resto eccellente ERL (Electronic Reference Library) della SilverPlatter. Il lavoro di Perone è tuttavia utile per la bibliografia. Esso mette inoltre in evidenza come per biblioteche piccole e non facenti parte di consorzi sia da preferire la soluzione del server dedicato ad altre, indispensabili invece in contesti hardware multipiattaforma.

[25]Cfr. Griffith, CD-ROM networking ..., cit., p. 17; Hudson, CD-ROM network access..., cit., p. 108.

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